6 Novembre 2024

Nonostante la siccità abbia messo a dura prova la vendemmia appena conclusa il bilancio è più che positivo. Chiude con un calo medio di circa il 20% la vendemmia 2024 della Sicilia che si è caratterizzata dalla siccità ma anche dall’innovazione e capacità dei vitivinicoltori nel dare risposte efficaci e nell’adottare tecniche agronomiche in grado di governare la crisi idrica.
Una vendemmia che sarà ricordata, se non per la quantità, per l’eccellenza qualitativa, per la resilienza di alcuni vitigni autoctoni e alloctoni e per la straordinaria varietà che contraddistingue la vitivinicoltura siciliana.

Ecco il commento del presidente del Consorzio di Tutela del Cerasuolo di Vittoria Docg, Guglielmo Manenti:

«Dopo due annate particolarmente difficili a causa non solo delle condizioni climatiche ma anche fitopatologiche, la vendemmia 2024 è stata decisamente positiva in tutto l’areale del Cerasuolo di Vittoria Docg. Seppur le rese restano sempre inferiori a quelle degli ultimi anni (per i dati certi occorrerà aspettare qualche mese così da avere i dati vendemmiali definitivi) si può comunque affermare che sia andata abbastanza bene. Purtroppo, la siccità e la mancanza di disponibilità idrica continuano a restare dei fattori limitanti per lo sviluppo dell’attività agricola complicando il lavoro di molti produttori che. In questi ultimi anni, assistono a picchi di temperature che si discostano in maniera importante dalle medie di qualche decennio fa.

È un momento di cambiamento climatico importante e fare agricoltura in queste condizioni climatiche e carenza di risorse idriche richiede all’agricoltore un livello di competenza sempre più elevato nell’utilizzo di strumenti e tecniche agronomiche con cui gestire annate che possono riservare imprevisti negativi.

Un aspetto che mi preme sottolineare è che il nostro areale ha nel frappato e nero d’Avola un grande punto di forza: sono due varietà tipicamente meridionali e particolarmente adatte ad areali contraddistinti da scarsa piovosità. Grazie al lavoro di selezione del viticoltore, hanno incrementato la capacità di resilienza nel superamento di annate siccitose, aiutato anche dalle importanti escursioni termiche tra la notte e il giorno, di cui gode l’areale, insieme a condizioni di ventilazione ristoratrici.

Non ultimo ma importante va sottolineato l’incessante sforzo del viticoltore nel rendere quanto più sostenibile possibile la produzione delle uve tramite, ad esempio, la raccolta e utilizzo delle acque piovane necessarie in un possibile momento di soccorso. Quindi, il clima cambia ma sta cambiando notevolmente l’approccio alla viticoltura. È anche per questo, e concludo, che il nostro Consorzio è aperto al mondo della ricerca. Ha già dato disponibilità al Di3A di Catania quale interlocutore sul territorio per l’attivazione il prossimo anno di un Corso di laurea in Viticoltura, Enologia e Marketing convinti che la sinergia tra Università, Consorzi e produttori vitivinicoli sia fondamentale per creare un percorso di studio che favorisca la crescita professionale dei nuovi tecnici, apportando benefici sia all’università che ai produttori».

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